A Cura del Prof. Maurizio Buscarini
1. Quando devo cominciare a interessarmi della mia prostata?
L’ipertrofia prostatica è una malattia benigna della prostata che si manifesta con il progredire dell’età probabilmente per i cambiamenti ormonali fisiologici che accompagnano l’avanzare degli anni
Dopo i 50 anni è raccomandata la visita medica annuale. In alcuni pazienti un’evoluzione del tessuto prostatico in senso ipertrofico (accrescimento) può avere inizio già dopo i 30 anni. Circa il 50% degli uomini con 60 anni evidenzia segni di ipertrofia prostatica; la percentuale raggiunge il 90% nei pazienti con età ≥ 85 anni
2. Devo fare una visita specialistica?
È importante non trascurare le prime avvisaglie di un possibile disturbo alle vie urinarie e in presenza di una certa persistenza dei sintomi sottoporsi a visita medica. Accertare la causa dei disturbi minzionali nella fase iniziale consente di intervenire prontamente per evitare o almeno rallentare la progressione della malattia verso un quadro clinico che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla vita personale e sociale dell’individuo [5].
3. Qualora abbia l’ipertrofia prostatica ci sono esami a cui dovrei sottopormi?
A questo proposito deve essere tenuto in considerazione che, sebbene l’ipertrofia prostatica non evolva a tumore prostatico- le due patologie si sviluppano in sedi diverse della ghiandola – la loro coesistenza è possibile. Accertare l’origine di eventuali sintomi delle basse vie urinarie serve quindi a escludere o accertare anche l’eventuale presenza di un carcinoma della prostata.
L’ipertrofia prostatica non trattata porta a ritenzione acuta d’urina e alla necessità di intervento chirurgico. La ritenzione acuta d’urina richiede l’inserimento di un catetere per permettere lo svuotamento della vescica. L’assunzione di elevate quantità d’acqua in poco tempo, come per esempio si richiede in caso di ecografia pelvica (per eseguire l’esame la vescica deve essere piena) può provocare nel paziente con ipertrofia prostatica ritenzione acuta d’urina
4. Devo seguire una dieta particolare?
La dieta può influenzare la sintomatologia disurica. Nei pazienti con ipertrofia prostatica si raccomanda di:
▪ adottare una dieta ricca in verdura e frutta, povera di proteine (carne) e di cibi elaborati con elevato contenuto in grassi e spezie che hanno un effetto irritante sulle vie urinarie
▪ bere molta acqua, almeno un litro e mezzo al giorno per diluire le urine e ridurre il rischio di infezioni alle basse vie urinarie dovute al ristagno di urina. La quantità totale di acqua deve essere dilazionata nel tempo; da evitare l’assunzione di elevate quantità di acqua in poco tempo (possibile rischio di ritenzione acuta d’urina)
I pazienti con ipertrofia prostatica devono evitare situazioni di costipazione o irritazione a livello del retto, per le eventuali ripercussioni sulla ghiandola prostatica (la circolazione sanguigna a livello pelvico è strettamente interconnessa). È importante quindi mantenere un alveo regolare, con feci formate ma soffici: sia una condizione di stipsi cronica sia l’alternanza fra stipsi e diarrea dovrebbero essere evitate
5. Ci sono sport che sono sconsigliati?
Nei pazienti con ipertrofia prostatica di sconsiglia di svolgere attività sportive che possono indurre traumi a livello perineale e pelvico quali il ciclismo, l’equitazione e il canottaggio
6. Se curata, l’ipertrofia prostatica regredisce?
In alcuni casi può regredire con la terapia medica ma di solito lo scopo della terapia medica è quella di arrestare l’evoluzione dei sintomi.
7. C’è qualcosa sull’ipertrofia prostatica che dovrei sapere?
Che è una malattia molto comune e potenzialmente invalidante soprattutto se non si cura in tempo. Il suo decorso naturale, seppur lento, può danneggiare severamente la vescica e i reni.
8. Quali conseguenze può avere l’ipertrofia prostatica?
Appunto il blocco della funzione urinaria. Senza arrivare a questi estremi, una ipertrofia non trattata e sintomatica causa grandi disturbi e un peggioramento della qualità di vita. La vescica, costretta a lavorare contro un ostacolo rappresentato dalla prostata ingrandita, si ispessisce fino a scompensarsi. A questo punto il danno renale è praticamente inevitabile e bisogna decomprimere il basso tratto urinario con un catetere per sbloccare la situazione.
9. L’intervento chirurgico è definitivo?
Si, anche se la parte ipertrofica della prostata tende a riformarsi entro 10-15 anni e, in rari casi, può essere necessario un nuovo trattamento.
10. Se ho l’ipertrofia prostatica posso ammalarmi di tumore alla prostata?
Si. La parte interessata dalla ipertrofia benigna è quella centrale della prostata. Il cancro della prostata cresce in periferia, ben distante dal cosiddetto adenoma benigno. E’ anzi bene ricordare di sottoporsi ad esame annuale della prostata e del PSA anche dopo il trattamento della IPB, in quanto quest’ultimo non varia la possibilità di sviluppare un tumore nella parte periferica (non interessata dalla “disostruzione” chirurgica)
Usa sempre il Laser per gli interventi chirurgici per ipertrofia prostatica?
Il Laser è solo una delle tante metodiche mini-invasive che abbiamo per trattare l’ipertrofia prostatica, altre sono la resezione endoscopica (nelle sue varie forme) e, in alcuni casi la chirurgia a cielo aperto o laparoscopica. I vantaggi del laser e delle altre metodiche mini-invasive per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna sono la scarsa o scarsissima invasività e il recupero per il paziente quasi immediato.