Infertilità
maschile
L’infertilità o sterilità maschile è una problematica che ormai molte coppie si trovano a dover affrontare. L’urologo e l’andrologo sono gli specialisti a cui chiedere consiglio
Infertilità maschile: le cause più comuni
Il problema dell’infertilità coinvolge oggi circa il 15/20% delle coppie:
- nel 30/40% dei casi questa è determinata da un problema maschile;
- nel 20% la causa è ascrivibile ad entrambi.
L’infertilità maschile è tuttora una problematica non sufficientemente indagata. Le cause sono:
- nel 60-70% dei casi urogenitali;
- nel 10-20% idiopatiche;
- nel 12-16% testicolari (ipogonadismo primitivo o ipergonadotropo);
- nel 8-10% neuroendocrine (ipogonadismi secondari);
- infine, nel 5-6% dei casi l’infertilità fa parte di una patologia congenita come la Sindrome di Klinefelter, di Kartagenere, del maschio XX e anomalie cromosomiche indotte da agenti fisici, chimici e virus.
Tra le cause legate a problemi testicolari citiamo il varicocele, l’anorchia congenita, il criptorchidismo o il testicolo ectopico (la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nel sacco scrotale), esiti di torsione testicolare, traumi, tumori, orchiti virali, cause tossiche o autoimmuni.
Altre cause urogenitali possono essere ostruzioni delle vie seminali (congenite, post-infettive o posttraumatiche)<, patologie flogistico-infettiva (prostato-vescicoliti); aneiaculazione o eiaculazione retrograda (diabete, traumi, iatrogena).
Valutazione dell’infertilità maschile: come avviene la diagnosi
Lo specialista deve affrontare il problema tramite un’attenta anamnesi, che indaghi:
- lo sviluppo puberale del paziente;
- il tipo di lavoro (eventuale esposizione a sostanze tossiche);
- precedenti interventi chirurgici;
- traumi, infezioni o neoplasie a carico a del sistema riproduttivo;
- patologie associate come diabete o malattie respiratorie.
Il secondo passo nel percorso diagnostico è un accurato esame obiettivo alla ricerca di segni di ipogonadismo (ridotto desiderio sessuale, minore trofismo osseo e muscolare, riduzione del tono dell’umore, rarefazione dei peli corporei e della crescita della barba). Occorre analizzare volume e consistenza dei testicoli, degli epididimi e dotti deferenti, individuare un eventuale varicocele, valutare tramite un’esplorazione rettale la prostata e le vescichette seminali.
Infine effettuare un esame del liquido seminale e un eco-color doppler testicolare per valutare le dimensioni, la presenza di eventuali masse, la presenza di un varicocele non conclamato e la stadiazione di quest’ultimo.
A cosa serve l’esame del liquido seminale: alcuni parametri di riferimento
L’esame del liquido seminale rappresenta la prima ed irrinunciabile indagine diagnostica nello studio dell’infertilità maschile.
- il normale volume deve essere compreso tra i 2 e i 6 ml;
- il pH deve essere compreso tra 7.2 e 8;
- la conta degli spermatozoi deve essere superiore ai 20 mil./ml;
- la motilità degli spermatozoi deve essere superiore al 25% di moto di tipo A; > 50% di moto di tipo A+B
Per quanto riguarda invece la morfologia degli spermatozoi:
- almeno il 30% devono avere forme tipiche;
- globuli bianchi < 1 mil./ml;
- cellule spermiogenetiche < 1 mil./ml;
- e infine non devono essere presenti agglutinati specifici.